La Bibbia di re Giacomo (King James Version, KJV, come è conosciuta principalmente negli USA), o Versione Autorizzata (Authorized Version, come è conosciuta principalmente nel Regno Unito), è la traduzione della Bibbia in inglese per eccellenza. Commissionata dal re inglese Giacomo I e pubblicata nel 1611, rappresenta la versione ufficiale (o autorizzata) della Chiesa anglicana.
La KJV, sebbene sia indubbiamente la più nota, non fu la prima traduzione della Bibbia in inglese. I primi tentativi di resa di parti dei testi biblici in inglese antico risalgono al VII secolo. Sono circa 450 le edizioni parziali o complete dei libri biblici anteriori all’invenzione della stampa. Tra queste, degne di nota sono le traduzioni di John Wycliffe, del XIV secolo, dichiarata eretica in quanto propria degli eretici lollardi; di William Tyndale, realizzata tra 1525 e 1534, bandita dalla neonata (1534) chiesa anglicana; di Thomas Matthew, pseudonimo di John Rogers, prodotta nel 1537.
In epoca pre-KJ (prima di Re Giacomo), la traduzione anglicana ufficiale (Authorized Version) era la Bibbia di Ginevra (1557-1560), mentre i cattolici inglesi facevano riferimento alla Bibbia di Douai o Reims (1582 NT, 1609 intera Bibbia), strettamente legata alla Vulgata.
Il lavoro venne svolto da 47 studiosi, sebbene ne furono contattati originariamente 54, che operarono suddivisi in 6 commissioni: 2 a Oxford, 2 a Cambridge e 2 a Westminster.
Nel XVII secolo la stragrande maggioranza delle versioni bibliche erano eseguite a partire dal testo latino della Vulgata (fanno eccezione alcune bibbie, tra cui quella di Tyndale e Lutero).
Innegabile pregio che soggiace alla realizzazione della KJV è il dichiarato intento di realizzare la traduzione a partire dai testi originali ebraico-aramaici (edizione della Bibbia Bromberg del 1524-25) e greci (edizione comunemente chiamata textus receptus di Erasmo da Rotterdam del 1515-16).
Riferimento immediato della KJV, tuttavia, invece che la Bibbia dei Vescovi (come esplicitamente richiesto da re Giacomo) o i testi originali fu la Bibbia Tyndale. Per il Nuovo Testamento, almeno l’80% del testo proviene inalterato da tale versione.
In particolare, la Tyndale aveva introdotto alcune etichette teologiche che si scostavano dalla consuetudine cristiana del tempo e che verranno riprese da Lutero e dalla tradizione protestante. P.es. i termini greci presbyteros, ekklesia, agape, baptisma, furono da Tyndale tradotti in inglese rispettivamente con elder, ‘anziano’ (invece dell’allora comune priest, sacerdote); congregation, ‘congregazione’ (invece dell’allora comune Church, Chiesa); love, ‘amore’ (invece dell’allora comune charity, ‘carità’); washing, ‘lavaggio’, (invece dell’allora comune baptism, ‘battesimo’). Alcuni di tali termini (washing, congregation) furono ripresi dalla KJV.
L’edizione del 1611 della versione di Re Giacomo includeva i libri apocrifi, noti nella tradizione cattolica con la dicitura libri deuterocanonici. Secondo i 39 articoli, la confessione dottrinaria della Chiesa anglicana stabilita nel 1563, questi libri erano considerati non-canonici, ma dovevano essere “letti come esempio di vita e apprendimento di buone usanze”.
Nell’edizione del 1661 i testi apocrifi erano inclusi in una sezione apposita della KJV, tra la fine dell’Antico Testamento e l’inizio del Nuovo Testamento. A partire dal 1827 molte edizioni omisero tale sezione. Le edizioni contemporanee li includono raramente.