Islam
L’Islam riconosce la gravità del peccato. Il Corano descrive Dio come “veloce nei calcoli” e “severo nella retribuzione”. I peccatori sono puniti eternamente (5:37. 4:56).
Nell’Islam, i requisiti per essere in pace con il Dio sono avere fede in lui e di fare del bene (2: 112, 2:277). Coloro che non credono sono condannati (3:10, 3:131), come sono dannati coloro che adorano altri dei accanto ad Allah (4:116), gli disobbediscono (4:14, 4:115) o assassinano i credenti (4: 93).
“Coloro che avranno bilance pesanti avranno la beatitudine; ma coloro che avranno bilance leggere, saranno quelli che avranno perduto loro stessi: rimarranno in perpetuo „
Coloro invece che si nutrono di usura resusciteranno come chi sia stato toccato da Satana. E questo perché dicono: “Il commercio è come la usura!”. Ma Allah ha permesso il commercio e ha proibito l’ usura. Chi desiste dopo che gli è giunto il monito del suo Signore, tenga per sé quello che ha e il suo caso dipende da Allah. Quanto a chi persiste, ecco i compagni del Fuoco. Vi rimarranno in perpetuo. (2: 275)
e quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Allah e Gli chiedono perdono dei loro peccati (e chi può perdonare i peccati se non Allah?), e non si ostinano nel male consapevolmente. (3:135)
O voi che credete! Non uccidete la selvaggina se siete in stato di consacrazione . Chi di voi la ucciderà deliberatamente, si riscatti con qualche bestia del gregge, della stesso valore di quella che ha ucciso – giudichino due uomini giusti tra voi – e sarà un’offerta che invia alla Ka’ba, oppure espii nutrendo i poveri o digiunando per scontare le conseguenze della sua azione. Allah ha perdonato il passato, ma si vendicherà sui recidivi. (5:95)
C’è anche una scadenza. Coloro che si pentono presto dopo avere fatto peccato sono perdonati, ma non quelli che si pentono in punto di morte.
Allah accoglie il pentimento di coloro che fanno il male per ignoranza e che poco dopo si pentono: ecco da chi Allah accetta il pentimento. Allah è saggio, sapiente.
Ma non c’è perdono per coloro che fanno il male e che, quando si presenta loro la morte, gridano: ” Adesso sono pentito!”; e neanche per coloro che muoiono da miscredenti. Per costoro abbiamo preparato doloroso castigo. (4: 17-18)
Può un musulmano riconciliarsi con Dio? La prima domanda è se i suoi buoni atti possono superare i suoi peccati in quantità. Bisogna tenere presente che il peccato include non solo gli atti che sono ovviamente sbagliati, ma anche pensieri di odio, di orgoglio, di lussuria, di invidia, ecc.; persino quei torti equivalenti in peso ad un seme della senape saranno considerati:
Rizzeremo bilance esatte, nel Giorno della Resurrezione e nessuna anima subirà alcun torto; foss’anche del peso di un granello di senape, lo riesumeremo . Basteremo Noi a tirare le somme. (21: 47)
Chi può dire onestamente di fare abbastanza buoni atti ogni giorno in modo da compensare gli atti malvagi?
Il Corano dice che Dio moltiplicherà i buoni atti per compensare il Male (4: 40); ma come può un credente sapere di aver raggiunto il livello di compensazione tra atti cattivi e atti buoni?
Il Corano dice, “Egli (Allah) perdona chi vuole e castiga chi vuole.„ (3:129); è abbastanza possibile che Allah punirebbe coloro che pensano di essere stati perdonati.
L’Islam dà la speranza della riconciliazione con il Dio ai credenti, ma è soltanto una speranza, mai una certezza.
Ebraismo
La Bibbia ebrea (che è la stessa del vecchio testamento protestante) non dice esplicitamente che uno deve fare questo o quello per entrare in Cielo, ma registra le Leggi e gli ordini morali che Dio ha dato ai Israeliti. Secondo il Giudaismo, se il popolo di Dio obbedisce alle leggi, sarà benedetto, ma se disobbedisce sarà punito (Deuteronomio 11:26-28). Inoltre constata chiaramente il problema del peccato: “Non c’è uomo retto sulla terra che fa ciò che è giusto e non pecca mai„ (Ecc 7:20, anche Salmo 14:1-3). È a causa del peccato che il sistema sacrificale è posto nella Legge. Tuttavia, come l’autore di Ebrei precisa, i sacrifici degli animali non sono abbastanza per riconciliarci con Dio:
Ebrei 8:7-13
Perché se quel primo patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe stato bisogno di sostituirlo con un secondo. 8 Infatti Dio, biasimando il popolo, dice:
«Ecco i giorni vengono, dice il Signore,
che io concluderò con la casa d’Israele e con la casa di Giuda,
un patto nuovo;
non come il patto che feci con i loro padri
nel giorno in cui li presi per mano
per farli uscire dal paese d’Egitto;
perché essi non hanno perseverato nel mio patto,
e io, a mia volta, non mi sono curato di loro, dice il Signore.
Questo è il patto che farò con la casa d’Israele
dopo quei giorni, dice il Signore:
io metterò le mie leggi nelle loro menti,
le scriverò sui loro cuori;
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
Nessuno istruirà più il proprio concittadino
e nessuno il proprio fratello, dicendo:
“Conosci il Signore!”
Perché tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro.
Perché avrò misericordia delle loro iniquità
e non mi ricorderò più dei loro peccati».
Dicendo: «Un nuovo patto», egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire.
Con questo nuovo patto si è reso il primo obsoleto; e ciò che è obsoleto presto sparirà. (Ebrei 8:7-13, che cita Geremia 31:31-34)
I sacerdoti entrarono regolarmente nella stanza esterna per continuare il loro ministero. Ma soltanto il supremo sacerdote entrò nella stanza interna e solo una volta all’anno e mai senza sangue, che offriva per sè stesso e per i peccati della gente che li aveva commessi nell’ignoranza. Lo Spirito Santo stava indicando con questo che il posto più santo ancora non sarebbe stato rivelato finchè il primo tabernacolo sarebbe stato ancora in piedi.
La legge è soltanto un’ombra di cose buone che stanno avvenendo – non realtà. Per questo motivo non può mai, dagli stessi sacrifici ripetuti all’infinito anno dopo l’anno, rendere perfetti coloro che prendono parte a questo culto. Se si potesse, non avrebbero fermato le offerte? Se gli adoratori si fossero sentiti puliti una volta per tutte, non avrebbero ritenuto necessario continuare a fare sacrifici. Ma quei sacrifici sono un ricordo annuale dei peccati, perché è impossibile togliere i peccati con il sangue dei tori e delle capre. (Ebrei 10:1-4)
Cioè se i sacrifici prescritti dalla legge fossero abbastanza per riconciliare la gente con Dio, tutti gli ebrei osservanti sarebbero stati capaci di entrare nel posto santo e stare in presenza di Dio, dato che i loro peccati sarebbero stati perdonati. In più, se i sacrifici fossero efficaci non dovrebbero essere offerti perennemente. Tuttavia invece di essere così, la Bibbia ebrea in se precisa che la Legge ed il Patto devono essere sostituiti, dato che Dio promette un nuovo patto con gli Israeliti.
Per concludere, Paolo, fa ulteriori precisazioni in Galati 3:10-11:
“Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede”
«Maledetto chi non si attiene alle parole di questa legge, per metterle in pratica!» – E tutto il popolo dirà: «Amen». (Deuteronomio 27:26).
Nessuno è giustificato chiaramente prima di Dio dalla Legge, perché, “Egli è pieno d’orgoglio, non agisce rettamente; ma il giusto per la sua fede vivrà. (Abacuc 2:4).
Cristianesimo
Quanto allora il Cristianesimo risolve questo problema?
La Bibbia riconosce che noi siamo incapaci di guadagnare la nostra salvezza, dato che siamo troppo deboli e peccatori. Soltanto Dio può aiutarci, offrendo un perfetto sacrificio per i nostri peccati: Gesù Cristo, figlio di Dio. Poiché questo sacrificio perfetto soddisfa la necessità per il peccato di essere punito, Dio può offrirci il perdono completo per i nostri peccati.
Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l’uomo interiore, ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato. (Romani 7:21-25)