Molti mettono in contrapposizione l’intelligenza con la fede. Se interpretiamo in modo non corretto la frase di Gesù:
In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!
(Luca 10:21)
si potrebbe pensare che si debba mettere completamente da parte la propria intelligenza per poter accettare la Parola di Dio. Ma non è affatto vero. La Parola si rivolge non solo al nostro cuore ma anche alla nostra mente; infatti Gesù ha anche detto:
Ascoltatemi tutti ed intenderete (Marco 7:14)
Affrontare le cose di Dio come un bambino (Matteo 18:3-4) significa dare piena fiducia a Dio che ci parla, accogliere con semplicità ciò che ci viene offerto. Chi invece fa dei ragionamenti con la pretesa di sapere e capire tutto, o di essere in grado di contraddire Dio, si pone al di sopra di Lui, dunque al di fuori della sfera d’azione della Sua grazia.
Il discepolo Pietro poteva dire al Signore:
“Noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il santo di Dio” (Giovanni 6:69)
E ancora:
Per fede intendiamo… (Ebrei 11:3)
Questo vuol dire, che per capire, dobbiamo prima avere fede e poi Dio ci farà capire la verità togliendoci i prosciutti dagli occhi. Non avviene il contrario: non possiamo capire le opere del Signore se non ci affidiamo a Lui e non crediamo a Lui. Ecco infatti che si dice che chi crede in Gesù verrà liberato, verrà liberato da tutto, anche dalle domande che gli assillano la mente, capirà tutto, grazie a Dio che lo illuminerà.
La fede non è credenza, essa è la fiducia che l’uomo, creatura intelligente, deve avere nel suo Creatore. Come la ricettività è una prova d’intelligenza da parte di un allievo, così è anche la fede da parte dell’uomo. Come lo studente seriamente impegnato ascolta le lezioni del suo professore e impara, allo stesso modo chi ascolta Dio e accoglie le sue parole con umiltà è fiducia, cresce nella conoscenza di sé e del suo Creatore, e si appropria di tutte le Sue promesse per il presente e per l’eternità.