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I dieci Comandamenti secondo la Bibbia

Im00902[1]Un articolo di Marco Del Pasqua prende in esame i dieci comandamenti, argomento religioso ben noto, ma che contiene degli interessanti spunti di riflessione.Poche persone sanno che sebbene i comandamenti insegnati nella Bibbia sono dieci, quelli insegnati nel Catechismo della Chiesa Cattolica sono in realtà soltanto nove. Il secondo, infatti, è stato letteralmente cancellato, e dal decimo ne hanno ricavato due “pezzi”, per coprire il vuoto del secondo. Così, ora il secondo è in realtà il terzo, il terzo è il quarto, e così via. Il quarto comandamento, invece, è stato cambiato.
Vediamo ora i comandamenti secondo il Catechismo cattolico (dal Catechismo di S. Pio X).

Io sono il Signore Dio tuo:

  1. Non avrai altro Dio fuori di me.
  2. Non nominare il nome di Dio invano.
  3. Ricordati di santificare le feste.
  4. Onora il padre e la madre.
  5. Non uccidere.
  6. Non commettere atti impuri.
  7. Non rubare.
  8. Non dire falsa testimonianza.
  9. Non desiderare la donna d’altri.
  10. Non desiderare la roba d’altri.

Ora vediamo i dieci comandamenti secondo la BIBBIA. (Esodo 20:2-17):

    1. Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dei oltre a me.
    2. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
    3. Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
    4. Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo.
    5. Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà.
    6. Non uccidere.
    7. Non commettere adulterio.
    8. Non rubare.
    9. Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
    10. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”.

Possiamo notare quindi alcune non trascurabili differenze. Ci chiediamo per quale motivo la chiesa cattolica ha alterato i comandamenti, e ha cancellato il secondo. Alcuni esponenti del clero si giustificano dicendo che il secondo comandamento era solo per gli Ebrei (il che non è vero, poiché insieme agli altri nove comandamenti, dati anch’essi agli Ebrei, esso è Parola di Dio, ed è un comando rivolto a tutti gli uomini senza distinzioni; inoltre Dio condanna molto severamente qualunque aggiunta o cancellazione alla sua parola).

La modifica del secondo comandamento è uno dei motivi di forte contrasto tra cattolicesimo ed ebraismo che accusa i primi d’idolatria. Dio, infatti, condanna sia l’adorazione – “non li servire” – che la venerazione – “non ti prostrerai davanti a loro” – di vivi, morti, oggetti e immagini, terreni o divini, buoni o cattivi che siano. E la Bibbia dice, riferendosi a Dio: “A Lui solo rendi il tuo culto“.

Oltre al secondo comandamento, che manca completamente nel Catechismo cattolico, il quarto è stato mutato. Dio stava parlando del “Sabato” (Sabbath), che non è il nostro sabato, ma che letteralmente significa “Settimo Giorno” (la domenica è il nostro settimo giorno, perché la nostra settimana inizia con il lunedì).Oltre a questo, dato che Gesù risuscitò di domenica, il Cristianesimo ha deciso fin dagli albori di scegliere questo giorno.La Chiesa Cattolica ha modificato questo comandamento, che riguardava solo il Settimo Giorno, per dire invece di santificare “le feste“. Vale a dire, il comandamento non si limiterebbe più al settimo giorno che Dio ha scelto, ma a tutte le feste cattoliche.

Un’altra differenza non di poco conto riguarda il sesto comandamento della Bibbia: “Non commettere adulterio”, che nel catechismo si trasforma in “Non commettere atti impuri”. Il significato è completamente diverso. “Non commetterai adulterio”, dicono le traduzioni. La parola ebraica na’af ha un senso più ampio che non il tradimento della fedeltà cui gli sposi sono tenuti. Questo senso è stato quindi preferito dal cristianesimo a motivo della proliferazione dell’adulterio nel matrimonio monogamico. In ambiente poligamico, cioè nell’intera umanità all’epoca in cui vengono proclamate le Dieci Parole, na’af condanna non solo l’adulterio ma qualsiasi adulterazione del comportamento dell’uomo o della donna, nei loro rapporti con gli altri o con se stessi. Nel medioevo l’adulterator era il falsificatore di monete. Il nef e la nefet sono persone che violano le regole non solo del matrimonio, ma di ogni buona condotta. Il termine ‘adulterare’ deve essere qui inteso nel suo antico significato di ‘alterare la purezza’,’falsificare’. Il nef è perciò un adultero, un furfante, un truffatore, un traviato, un dissoluto portato a ogni tipo di infrazione di tipo sessuale, ogni comportamento indebito o sleale.

Dio ci avverte: “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo” (Deut. 4:2). Secondo la Parola di Dio, chi si ostinerà anche soltanto a dire una bugia, senza ravvedersi secondo il vangelo, sarà condannato alla seconda morte (l’inferno), cfr. Apocalisse 21:8, e 22:15.

Come possiamo facilmente constatare, le differenze tra la Bibbia e il Catechismo della Chiesa Cattolica sono di considerevole importanza e lasciamo a ciascuno di noi tirare le somme di questo confronto, tuttavia appare evidente che non tutte le parole che Dio aveva lasciato come comandamenti sono state tenute della dovuta considerazione.