È tradotta dai testi originali ebraico, aramaico e greco. Per l’Antico Testamento, la traduzione è fatta dal testo masoretico, ma quando questo presenta delle difficoltà insormontabili, si è fatto ricorso ad altri manoscritti ebraici (ad es. quelli di Qumran) o a versioni antiche, principalmente quelle greca, siriana e latina. Per i libri greci dell’Antico Testamento (“deuterocanonici”) e per il Nuovo Testamento, viene usato il testo greco quale è stabilito dagli studiosi di critica testuale verso il 1960. Quando la tradizione manoscritta offre diverse possibilità per uno stesso testo, viene scelta la lezione più sicura, ma vengono riportate in nota le varianti di un certo rilievo o ritenute probabili.
Nella trascrizione dei nomi propri, i traduttori hanno tentato di riprodurre il più esattamente possibile la forma e la pronuncia degli stessi in lingua ebraica e greca, ma per quelli entrati nell’uso corrente hanno conservato la forma italianizzata ormai tradizionale e familiare ai fedeli.
È una traduzione preparata secondo le direttive date dalla Cei nel 1965: fedeltà al testo originale, precisione teologica, eufonia della frase e cura del ritmo. Utilizza la lingua letteraria italiana della seconda metà del XX sec. È stata pubblicata per la prima volta nel 1971 ed è stata scelta come versione ufficiale e liturgica della Chiesa cattolica italiana. Il Nuovo Testamento è stato rivisto recentemente in una nuova edizione (1997). Una ulteriore revisione è in corso ed è attesa la sua pubblicazione definitiva, unitamente alla nuova edizione dell’Antico Testamento.