E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Giovanni 8:7
Nell’episodio della donna adultera, Gesù è nel tempio a Gerusalemme e sta insegnando la Parola di Dio. All’improvviso arrivano dei capi religiosi che gli portano una donna sorpresa in adulterio. Glie la mettono davanti e denunciano la sua colpa. Poi gli chiedono che cosa bisogna fare in questi casi per ubbidire alla legge di Dio. Non è che cerchino giustizia; vogliono solo tendergli una trappola. Infatti, se il Signore proponesse di essere clementi, si metterebbe in conflitto con la legge di Mosè. Se approvasse la lapidazione prescritta dalla legge, si troverebbe in contraddizione col suo messaggio di amore e grazia.
Invece di rispondere, Gesù si alza e pronuncia una frase penetrante: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra!”.
Gli accusatori si trovano così davanti al tribunale della loro propria coscienza! Ad uno ad uno, si voltano ed escono dal tempio, svergognati e confusi, mentre Gesù continuava a scrivere col dito nella sabbia tenendo il capo rivolto verso terra.
Soltanto la donna rimane davanti a Gesù. Per i suoi accusatori, non aveva diritto di parola, ma Gesù glie la concede. Non approva ciò che ha fatto, ma anticipando i risultati della sua morte sulla croce può dirle “non ti condanno” e ordinarle di non peccare più.
Ciò che vuol dire?
Se Gesù non condanna le persone, non è perché approvi il peccato condannato dalla legge, ma perché è venuto a morire in croce per noi, perché ha subito al nostro posto la condanna che meritavamo!