Quali sono i criteri per il riconoscimento di un ministero cristiano?
Le chiese evangeliche italiane sono chiese libere e non esiste l’ordinazione ufficiale dei pastori. Non esiste una sede centrale che gestisce, approva o disapprova l’operato delle chiese e le cariche ufficiali, come avviene nel cattolicesimo.
Come si diventa pastori allora? La persona in questione mostra di avere la vocazione, è attiva nella chiesa che frequenta e trova con il tempo l’approvazione dell’assemblea, che lo eleggerà a pastore della comunità. Il pastore può non avere nessuna preparazione teologica. Personalmente non approvo questo metodo, in quanto credo che il pastore debba essere preparato teologicamente e aver studiato, altrimenti si rischia che ognuno si faccia le sue interpretazioni bibliche e dottrine, che diciamolo, la Bibbia non è vero che non è soggetta ad interpretazioni, altrimenti non esisterebbero le tantissime denominazione protestanti e le divisioni. Credo che l’ambiente evangelico abbia bisogno fortemente di un riconoscimento e di un gruppo che funga da guida ufficiale come esistono negli altri paesi. Questo modo di fare libero ha causato solo perplessità e dubbi in chi si è avvicinato alla fede evangelica, che è giusta nelle dottrine fondamentali della salvezza (quelle non sono soggette ad interpretazioni) e lo ha fatto allontanare. Chi si rende conto che le dottrine cattoliche sono uscite fuori dagli insegnamenti della Scrittura ed è in carca di una chiesa che è aderente agli insegnamenti della Scrittura, si ritrova spesso in un ambiente disgregato, dove le varie denominazioni pretendono tutte di avere la verità rispetto alle altre e non fanno altro che essere in lotta con le altre. Questo è male! Esistono poi pastori poco preparati e molto fondametalisti, che a volte fanno i pastori solo per la lo gloria, che sono la rovina di questo ambiente.