Io sono il Signore Dio tuo:
- Non avrai altro Dio fuori di me.
- Non nominare il nome di Dio invano.
- Ricordati di santificare le feste.
- Onora il padre e la madre.
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Non uccidere.
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Non commettere atti impuri.
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Non rubare.
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Non dire falsa testimonianza.
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Non desiderare la donna d’altri.
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Non desiderare la roba d’altri.
Ora vediamo i dieci comandamenti secondo la BIBBIA. (Êxodo 20:2-17):
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Io sono il Signore, seu Deus, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dei oltre a me.
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Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, o senhor, seu Deus, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
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Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
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Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo.
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Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, seu Deus, ti dà.
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Non uccidere.
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Non commettere adulterio.
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Non rubare.
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Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
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Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”.
Possiamo notare quindi alcune non trascurabili differenze. Ci chiediamo per quale motivo la chiesa cattolica ha alterato i comandamenti, e ha cancellato il secondo. Alcuni esponenti del clero si giustificano dicendo che il secondo comandamento era solo per gli Ebrei (il che non è vero, poiché insieme agli altri nove comandamenti, dati anch’essi agli Ebrei, esso è Parola di Dio, ed è un comando rivolto a tutti gli uomini senza distinzioni; inoltre Dio condanna molto severamente qualunque aggiunta o cancellazione alla sua parola).
La modifica del secondo comandamento è uno dei motivi di forte contrasto tra cattolicesimo ed ebraismo che accusa i primi d’idolatria. Dio, De fato, condanna sia l’adorazione – “non li servire” – che la venerazione – “non ti prostrerai davanti a loro” – di vivi, morti, oggetti e immagini, terreni o divini, buoni o cattivi che siano. E la Bibbia dice, riferendosi a Dio: “A Lui solo rendi il tuo culto“.
Oltre al secondo comandamento, che manca completamente nel Catechismo cattolico, il quarto è stato mutato. Dio stava parlando del “Sabato” (Sabbath), che non è il nostro sabato, ma che letteralmente significa “Settimo Giorno” (la domenica è il nostro settimo giorno, perché la nostra settimana inizia con il lunedì).Oltre a questo, dato che Gesù risuscitò di domenica, il Cristianesimo ha deciso fin dagli albori di scegliere questo giorno.La Chiesa Cattolica ha modificato questo comandamento, che riguardava solo il Settimo Giorno, per dire invece di santificare “le feste“. Vale a dire, il comandamento non si limiterebbe più al settimo giorno che Dio ha scelto, ma a tutte le feste cattoliche.
Un’altra differenza non di poco conto riguarda il sesto comandamento della Bibbia: “Non commettere adulterio”, che nel catechismo si trasforma in “Non commettere atti impuri”. Il significato è completamente diverso. “Non commetterai adulterio”, dicono le traduzioni. La parola ebraica na’af ha un senso più ampio che non il tradimento della fedeltà cui gli sposi sono tenuti. Questo senso è stato quindi preferito dal cristianesimo a motivo della proliferazione dell’adulterio nel matrimonio monogamico. In ambiente poligamico, cioè nell’intera umanità all’epoca in cui vengono proclamate le Dieci Parole, na’af condanna non solo l’adulterio ma qualsiasi adulterazione del comportamento dell’uomo o della donna, nei loro rapporti con gli altri o con se stessi. Nel medioevo l’adulterator era il falsificatore di monete. Il nef e la nefet sono persone che violano le regole non solo del matrimonio, ma di ogni buona condotta. Il termine ‘adulterare’ deve essere qui inteso nel suo antico significato di ‘alterare la purezza’,’falsificare’. Il nef è perciò un adultero, un furfante, un truffatore, un traviato, un dissoluto portato a ogni tipo di infrazione di tipo sessuale, ogni comportamento indebito o sleale.
Dio ci avverte: “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo” (Deut. 4:2). Secondo la Parola di Dio, chi si ostinerà anche soltanto a dire una bugia, senza ravvedersi secondo il vangelo, sarà condannato alla seconda morte (l’inferno), confr. Apocalipse 21:8, e 22:15.
Come possiamo facilmente constatare, le differenze tra la Bibbia e il Catechismo della Chiesa Cattolica sono di considerevole importanza e lasciamo a ciascuno di noi tirare le somme di questo confronto, tuttavia appare evidente che non tutte le parole che Dio aveva lasciato come comandamenti sono state tenute della dovuta considerazione.
sarò io ad essere ottuso ma non ho ben capito la differenza tra “non commettere atti impuri” e “non commettere adulterio” nel senso ampio del termine ebraico -senso che nessuno a digiuno di ebraico può immaginare: nelle note della mia Bibbia non c’è alcun commento a riguardo-
in ogni caso questo comandamento rispetto agli altri nove stona un po’ perchè mentre questi sono precisi, senza possibilità di fraintendimento, questo settimo invece è vago, dai contorni indefiniti e non chiarisce bene cosa sia effettivamente vietato
Il non commettere atti impuri del cattolicesimo equivale a non fornicare, cioè non fare sesso per nulla, mentre il non commettere adulterio riguarda solo il sesso extraconiugale. Il comandamento è dell’adulterio, questa è una cosa grave. Fornicare, cioè il sesso fuori dal matrimonio, è peccato sì, ma non tanto grave quanto l’adulterio! Per questo il cattolicesimo ha messo questo comandamento ampio, infatti insegnano che il sesso è una cosa sporca ed è peccato. Il sesso all’interno del matrimonio è un dono di Dio ed è un atto d’amore, non è peccato. Mentre il cattolicesimo insegna che siccome il comandamento è non commettere atti impuri, il sesso nel matrimonio è peccato, a meno che non lo fai per procreare.
quindi il comandamento riguarda solo l’adulterio, quindi è preciso come gli altri. Il fatto che il sesso all’interno del matrimonio sia consentito solo per procreare mi è sempre sembrato assurdo, in quel contesto il sesso è proprio un atto d’amore che non può andare contro Dio e infatti anche Paolo lo dice espressamente in 1cor 7,3-5. Dici che il sesso fuori dal matrimonio è peccato meno grave dell’adulterio: ma esiste una scala di gravità del peccato o è la nostra coscienza a deciderla?
Não, il peccato è sempre peccato davanti a Dio, lo è anche quello con il pensiero. Basta uno che sei peccatore, per questo siamo tutti peccatori… però volevo far notare che i comandamenti esprimono le cose che Dio proprio non sopporta e sembrano anche messi in ordine di importanza.
scusa se sono pesante ma a me sembra più grave uccidere piuttosto che non rispettare il riposo settimanale…
Anche a me, la mia è una supposizione, specialmente se guardo al primo e secondo comandamento. In tutta la Bibbia si parla di peccato e davanti a Dio tutti i peccati sono uguali, cioè tutti ci fanno meritare l’inferno, se non fosse per la nostra conversione a Gesù che ci lava tutti i peccati. L’unico peccato imperdonabile è la bestemmia contro lo Spirito Santo.
la realtà ci pone davanti a scelte che ci impongono con la forza di stabilire una graduatoria tra i peccati: por exemplo, è un caso limite, mettiamo che ci si trovasse nelle mani di malvagi che tramite torture e minacce di morte ci chiedessero di rinnegare Gesù, di bestemmiare il Suo nome. Sebbene ora seduto davanti al computer io possa pensare di riuscire a resistere, nella realtà è probabile che solo se Cristo mi tenesse per mano ne avrei la forza. Allora quella bestemmia sarebbe sì un peccato ma dovuto solo alla debolezza. Ma se le minacce non fossero rivolte alla mia incolumità ma a quella dei miei cari? In quel caso sarei costretto a scegliere se infrangere il terzo comandamento o infrangere il sesto, poichè non bestemmiare sarebbe come dare l’ordine di esecuzione. E quindi anche un vero cristiano può trovarsi a infrangere un comandamento non per debolezza ma per propria volontà, quindi a essere convinto che in quel caso infrangere il comandamento sia giusto: allora la coscienza risulta superiore ai comandamenti, se ci si sente a posto con la coscienza si è sicuri di stare nella retta via?
E’ normale non poter rispettare tutta la Legge. Non siamo salvati per opere ma per fede. Non siamo sotto la Legge ma sotto la Grazia di Cristo.
Na verdade, é pela graça que você foi salvo, através da fé; e isso não vem de você; é dom de Deus. Não é pelas obras para que ninguém se glorie; Efésios 2:8-9
La legge ci è stata data per farci capire che siamo peccatori e non in grado di seguire tutti i comandamenti e che abbiamo bisogno di salvezza. Ecco perchè Dio ha mandato il figlio:
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, para que todo aquele que nele crê não pereça, mas tenha a vida eterna. Giovanni 3:16
Quando facciamo qualche peccato non perdiamo la salvezza se abbiamo la vera fede, Dio sa cosa abbiamo nel cuore. Ciò non toglie che gli facciamo dispiacere, perchè il peccato è sgradito a Dio.
ma sei d’accordo anche tu che nella scelta obbligata fra due peccati qualunque cosa ci dica la nostra coscienza sarà quella giusta? c’è sempre il rischio di finire a torturarsi nel senso di colpa di aver fatto un errore…
perdona la mia ignoranza ma il peccato contro lo Spirito Santo sarebbe la mancanza di speranza?
Matteo 12:31 «Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.
Matteo 12:32 A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.
Non è mai facile ascoltare la nostra coscienza, per questo dobbiamo pregare il Signore perché ci aiuti, Lui solo può farlo.
5 Così dice l’Eterno: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dall’Eterno! 6 Egli sarà come un tamerisco nel deserto; quando viene il bene non lo vedrà. Dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra salata senza abitanti. 7 Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno e la cui fiducia è l’Eterno! 8 Egli sarà come un albero piantato presso l’acqua, che distende le sue radici lungo il fiume. Non si accorgerà quando viene il caldo e le sue foglie rimarranno verdi, nell’anno di siccità non avrà alcuna preoccupazione e non cesserà di portare frutto. 9 Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato; chi lo può conoscere? 10 Io, o eterno, investigo il cuore, metto alla prova la mente per rendere a ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni. 11 Chi acquista ricchezze ingiustamente è come la pernice che cova uova che non ha deposto; nel bel mezzo dei suoi giorni dovrà lasciarle, e alla fine sarà trovato stolto».(Jeremias 17:5-11)
quindi in certi casi non si potrà mai essere sicuri di aver fatto la scelta giusta…l’importante è agire in buona fede, percorrere non la strada più comoda ma quella che la nostra coscienza ci indica.
Questo non vuol dire che chi ha Cristo non pecchi mai, Pelo contrário, sarà più consapevole del forte contrasto tra ciò che è bene e ciò che è male, – laddove c’è più luce, il buio è più scuro, – lotterà contro se stesso, contro quel peccato della propria carne che Cristo ha condannato inchiodandolo sulla croce, ma siccome la Grazia viene da Dio e il suo seme è incorruttibile, persevererà nel bene (1Pietro 1:23).
Perché il giusto cade sette volte e si rialza, ma gli empi sono travolti nella sventura (Provérbios 24:16).
Não, alt! Non la strada che la nostra coscienza ci indica, ma quello che la Parola di Dio dice. Mai affidarsi alla coscienza, siamo nel peccato e corrotti nel cuore, le nostre scelte possono essere sbagliate a causa di questo, anche quando agiamo in buona fede.
intendevo che la strada che la nostra coscienza ci indica deve comunque partire dalla Parola di Dio. Chi è nell’ignoranza della Parola a causa del luogo o del tempo in cui si è ritrovato a vivere avrà la coscienza come guida e come giudice, partendo sempre dal presupposto della fede nel Dio Creatore di ogni cosa. Ma noi che abbiamo libero accesso alla Bibbia non possiamo che basarci su di essa; solo che, come dimostrano le controversie fra le denominazioni cristiane, non sempre è chiaro quali siano i comportamenti da tenere e può accadere che persone diverse diano interpretazioni diverse nella stessa situazione. Allora chi potrà dire all’altro “la mia interpretazione è quella giusta” senza avere dubbi?
Le diverse interpretazioni nascono nel momento in cui l’uomo, per dare spiegazione riguardo a qualche insegnamento biblico, introduce dottrine nuove, del tutto antitetiche con la stessa Parola di Dio. Ci possono essere divergenze di diversa natura, alcune sul messaggio primario della Bibbia, e altre su questioni secondarie, – mi permetto di dire meno importanti, – ma quello che è certo è:
Non chiunque mi dice: “Cavalheiro, Cavalheiro”, vai entrar no reino dos céus; mas quem faz a vontade de meu Pai que está nos céus. 22 Muitos me dirão naquele dia: “Cavalheiro, Cavalheiro, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?”. 23 E allora dichiarerò loro: “eu nunca te conheci; Saia de perto de mim, voi tutti operatori di iniquità”. 24 Portanto, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. 25 Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque invece ode queste parole e non le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua rovina fu grande» (Giovanni 7:22-27)
Chi dice: «Io l’ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui.” (1Gi 2:4)
“non uccidere”
“ma a voi che ascoltate, eu digo: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi
odiano, abençoe aqueles que te amaldiçoam, pregate per coloro che vi trattano male. A
chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, não
rifiutare neanche la tunica”
“amerai il tuo prossimo come te stesso”
non ci si dovrebbe dunque difendere con la forza da un’aggressione armata alla propria nazione? perchè rinunciando alla difesa si finirebbe coll’abbandonare alla rovina i propri connazionali, i propri cari, cioè il proprio prossimo
Não, la difesa è legittima! Grosso modo il comportamento del cristiano è questo, ma non è che devi farti uccidere… nell’AT Dio ammetteva l’uccisione in certe circostanze. E nel NT l’apostolo Paolo parlava di difesa e citava spesso le spade.
ma il suicidio è vietato? non mi pare venga biasimato Sansone che oltre a uccidersi compie anche una strage (sembra tanto agli attentatori suicidi dell’islam moderno…)
L’episodio di Sansone è particolare, lui aveva disobbedito a Dio rivelando alla donna la verità circa la sua forza e facendosi tagliare i capelli, ed era finito per questo nelle mani dei Filistei, che era un popolo depravato che onorava altri dèi e che commetteva pratiche abominevoli agli occhi dell’Eterno. Così Sansone, attanagliato dal rimorso di aver trasgredito il comando di Dio, decise di togliersi la vita; ma prima Lo invocò e chiedendo perdono decise di uccidere insieme con lui, molti di quei Filistei che altro non erano che un popolo abietto.
Il fatto di aver compiuto una strage non dimostra che furono uccisi innocenti, come dimostra un passo consimile:
16 Poi quegli uomini si alzarono di là e volsero gli sguardi verso Sodoma; e Abrahamo camminava con loro per accomiatarli. 17 E l’Eterno disse: «Celerò io ad Abrahamo quello che sto per fare, 18 poiché Abrahamo deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra? 19 Io infatti l’ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell’Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l’equità, perché l’Eterno possa compiere per Abrahamo ciò che gli ha promesso». 20 E l’Eterno disse: «Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto grave, 21 io scenderò per vedere se hanno veramente fatto secondo il grido che è giunto a me; in caso contrario, lo saprò». 22 Poi quegli uomini si allontanarono di là e si avviarono verso Sodoma; ma Abrahamo rimase ancora davanti all’Eterno. 23 Allora Abrahamo si avvicinò e disse: «Farai perire il giusto insieme con l’empio? 24 Ammesso che ci siano cinquanta giusti nella città, distruggeresti tu il luogo e non lo risparmieresti per amore dei cinquanta giusti che si trovano nel suo mezzo? 25 Lungi da te il fare tale cosa: far morire il giusto con l’empio, cosicché il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?». 26 L’Eterno disse: «Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, io risparmierò l’intero luogo per amor loro». 27 Allora Abrahamo riprese e disse: «Eco, prendo l’ardire di parlare al Signore, benché io non sia che polvere e cenere. 28 Ammesso che a quei cinquanta giusti ne manchino cinque, distruggeresti tu l’intera città per cinque di meno?». L’Eterno rispose: «Se ve ne trovo quarantacinque, non la distruggerò». 29 Abrahamo continuò a parlargli e disse: «Ammesso che in città se ne trovino quaranta?». E l’Eterno: «Non lo farò, per amor dei quaranta». 30 Allora Abrahamo disse: «Deh, non si adiri il Signore, ed io parlerò. Ammesso che in città se ne trovino trenta?». L’Eterno rispose: «Non lo farò se ve ne trovo trenta». 31 E Abrahamo disse: «Eco, prendo l’ardire di parlare al Signore. Ammesso che in città se ne trovino venti?». L’Eterno rispose: «Non la distruggerò, per amor dei venti». 32 E Abrahamo disse: «Deh, non si adiri il Signore e io parlerò ancora questa volta soltanto. Ammesso che in città se ne trovino dieci?». L’Eterno rispose: «Non la distruggerò per amore dei dieci». 33 Come l’Eterno ebbe finito di parlare ad Abrahamo, se ne andò. E Abrahamo tornò alla sua dimora. (Gênese 18:16-33)
a parte che una strage resta una strage anche se non è fatta verso innocenti: non dovremo mica permetterci di porci come giustizieri al posto di Dio, verdade?
invece il suicidio per disperazione è vietato solo implicitamente come rifiuto del dono della vita da parte di Dio o è invece vietato espressamente?
E la disperazione, non dico lo sconforto temporaneo ma proprio quella che riempie a lungo ogni pensiero, è già di per sè un peccato dato che implica la sfiducia nella Provvidenza?
Não, non dobbiamo assolutamente porci come giustizieri di Dio, perché Dio non ce lo ha mai chiesto e nemmeno comandato, a differenza di quegli episodi in cui è Dio stesso a ordinare e decidere la distruzione di tutti quei popoli abietti.
“Se un profeta avrà la presunzione di dire in mio nome qualcosa che non gli ho comandato di dire, o parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà essere messo a morte.” (Deuteronômio 18:20)
Secondo la Bibbia, il fatto che una persona si suicidi non è ciò che determina la possibilità o meno di entrare in cielo. Se si suicida un perduto, non ha fatto altro che “accelerare” il passo verso lo stagno di fuoco. No entanto, chi ha commesso suicidio andrà in definitiva all’inferno per aver rifiutato la salvezza mediante Cristo, non per essersi suicidato. La Bibbia menziona cinque specifiche persone che hanno commesso suicidio: Abimelec (Juízes 9:54), Saul (1 Samuel 31:4), lo scudiero di Saul (1 Samuel 31:4-6), Aitofel (2 Samuel 17:23), Zimri (1 Ré 16:18) e Giuda (Matteo 27:5). Ognuno di loro fu un uomo malvagio, perfido e peccatore (non si dice abbastanza sullo scudiero di Saul per esprimere un giudizio sul suo carattere). Alcuni considerano Sansone un esempio di suicida (Juízes 16:26-31), però il suo scopo era di uccidere i Filistei, non se stesso. La Bibbia considera il suicidio al pari dell’omicidio, perché di questo si tratta: uccidere se stessi. Dio è Colui che deve decidere quando e come una persona dovrebbe morire. Secondo la Bibbia, prendere quel potere nelle proprie mani significa bestemmiare contro Dio. Che cosa dice la Bibbia riguardo a un cristiano che si suicida? Io non credo che un cristiano che si suicidi perda la sua salvezza e vada all’inferno. La Bibbia insegna che, dal momento in cui una persona crede davvero in Cristo, è eternamente al sicuro (Giovanni 3:16). Secondo la Bibbia, i cristiani possono sapere al di là di ogni dubbio di possedere la vita eterna, a prescindere da cosa accada: “Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (1 Giovanni 5:13). Nulla può separare un cristiano dall’amore di Dio! “Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:38-39). Se nessuna “cosa creata” può separare un cristiano dall’amore di Dio, e anche un cristiano che si suicida è una “cosa creata”, allora nemmeno il suicidio può separarlo dall’amore di Dio. Gesù è morto per tutti i nostri peccati… e se un autentico cristiano, in un momento di attacco o di debolezza spirituale, dovesse suicidarsi, quello sarebbe un peccato per cui Gesù è morto. Questo non significa che il suicidio non sia un peccato serio contro Dio. Secondo la Bibbia, il suicidio è omicidio, è sempre sbagliato. Avrei dei seri dubbi riguardo alla genuinità della fede di chiunque affermasse di essere cristiano eppure si suicidasse. Non c’è alcuna circostanza che possa giustificare qualcuno, specialmente cristiano, che prenda la propria vita. I cristiani sono chiamati a vivere la loro vita per Dio: la decisione su quando morire spetta a Dio e a Lui soltanto. Forse un modo buono per illustrare il suicidio per un cristiano potrebbe essere quello del libro di Ester. In Persia c’era una legge secondo cui chiunque si presentasse davanti al re senza essere stato invitato avrebbe potuto essere messo a morte, a meno che il re non stendesse il suo scettro verso quella persona per indicare di volerle usare misericordia. Per un cristiano, il suicidio sarebbe come volersi fare largo per vedere il Re anziché aspettare che sia Lui a convocarlo. Egli punterà il Suo scettro verso di te, risparmiando la tua vita eterna, ma non significa che sarà contento di te. Sebbene non stia descrivendo il suicidio, il versetto biblico di 1 Corinthians 3:15 è probabilmente una buona descrizione di cosa succeda a un cristiano che si suicida: “Egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.”
(http://www.gotquestions.org/italiano/Bibbia-suicidio.html)
Riguardo la disperazione occorre distinguere fra l’angoscia di vivere dei peccatori, ovvero di coloro che non credendo in Cristo hanno il cuore ricolmo di terrore per le cose avvenire e che non ripongono speranza in alcunché, dalle sofferenze dei cristiani.
Mãe, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 14 Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi, poiché lo Spirito di gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi; da parte loro egli è bestemmiato, ma da parte vostra egli è glorificato. 15 Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore, o perché si impiccia negli affari degli altri; 16 mãe, se uno soffre come cristiano, non si vergogni, anzi glorifichi Dio a questo riguardo. (1Pietro4:13-16)
E non soltanto questo, ma ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce perseveranza, 4 la perseveranza esperienza e l’esperienza speranza. 5 Or la speranza non confonde, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. 6 Por que, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi. (Romani5:3-6)
1 Certo il vantarsi non mi è di alcun giovamento; verrò quindi alle visioni e rivelazioni del Signore. 2 Io conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa (se con il corpo o fuori del corpo non lo so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. 3 E so che quell’uomo (se con il corpo o senza il corpo, non lo so, Dio lo sa), 4 fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire. 5 Io mi glorierò di quel tale, ma non mi glorierò di me stesso, se non delle mie debolezze. 6 Anche se volessi gloriarmi, non sarei un insensato perché direi la verità; ma me ne astengo, affinché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. 7 Além disso, affinché non m’insuperbisca per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi, affinché non m’insuperbisca. 8 A questo riguardo ho pregato tre volte il Signore che lo allontanasse da me. 9 Ma egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza». Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte. (2Corinthians 12:1-10)
se un vero cristiano non può mai perdere la propria fede, allora non potrebbe mai suicidarsi perchè facendolo mostrerebbe una mancanza di fiducia nella Provvidenza; altrimenti se fosse sicuro della propria salvezza potrebbe suicidarsi tranquillamente, perchè rimanere quaggiù se si ha la certezza della vita eterna? secondo me, lo dico da fuori, anche i veri cristiani sono attanagliati da continui dubbi sulla forza della propria fede
“Se un vero cristiano non può perdere la propria fede, allora non potrebbe mai suicidarsi perché facendolo mostrerebbe una mancanza di fiducia nella Provvidenza”, il fatto di perseverare facendo la volontà di Dio, il fatto di avere Cristo che ci guida, il fatto di credere nel Signore non è assolutamente un sinonimo di purezza di spirito; noi restiamo pur sempre in un corpo di peccato e siamo soggetti a peccare. Peccheremo meno, Sim, ma saremo sempre colti dalle tentazioni, benché odieremo il peccato con tutto il nostro essere, e non ci compiaceremo più di esso. Cristo ci sosterrà continuamente, appunto perché non saremmo in grado di farlo da soli. Io personalmente credo che persone come Giuda siano state lancinate dalla consapevolezza dell’atrocità del proprio gesto, e il proprio senso di colpa le abbia spinte al suicidio; credo dunque, nel caso di Giuda, che sia stato molto peggio per lui se non si fosse pentito di quello che aveva fatto.
“Perché rimanere quaggiù se si ha la certezza della vita eterna?”, questa domanda nasconde la vile presunzione dell’uomo di voler cercare di giustificare Dio, – Colui che ha creato TUTTO, compresa la nostra intelligenza e i nostri cuori, – mediante il suo infimo criterio di giudizio, ma ciò non è assolutamente possibile poiché Dio è quel criterio stesso regolatore del tutto, che non ha bisogno di essere giustificato da coloro che non sono altro che polvere! Scusami, ma se uno accetta di credere in Dio, ripone completamente la propria fiducia in Lui, anche perché allora, se noi avessimo la capacità di poter dare spiegazione a tutto ciò che ci trascende, non si chiamerebbe più fede. Dio si manifesta proprio in tutto questo.
quindi tu hai la certezza assoluta della tua salvezza, non ti si presentano mai dei dubbi in proposito? o per un vero cristiano i dubbi riguardano solo la propria comprensione della Parola di Dio?
oops! Você está certo, non avevo fatto caso alle colonne strette 🙂
vorrei ringraziare te e Sandro per la pazienza che dimostrate
Della mia salvezza sono certo, perché è l’intera Bibbia che rivela che essa proviene da Dio e non dall’uomo; se fosse il contrario non ne sarei sicuro affatto, ma appunto perché so che è Dio che opera che ho fede in Lui.
I dubbi spesso baluginano, ma credo che mediante essi noi possiamo renderci conto sempre di più di quanto abbiamo bisogno di un conforto, di una sicurezza capace di lacerarli, e di una mano che ci aiuti a rialzarci.
Ivano, i dubbi li abbiamo tutti!!! Capita anche ai cristiani di domandarsi, in momenti di sconforto, se c’è Dio, può capitare… ti domandi se stai credendo alla cosa giusta, ecc ecc.. ma la differenza è che il cristiano torna subito alla fede, mentre l’incedulo continua la sua vita di dubbio.
PS: il suicidio è uguale al’omicidio, è il “non uccidere”, se uccidi il prossimo o te stesso è uguale dinnanzi a Dio, stai togliendo la vita, cosa che spetta solo a Dio.
Per favore, non cliccate piu su “rispondi” perchè siamo arrivati ad un punto dove le colonne si sono ristrette troppo 🙂
Scusa ChristianFaith, Você está certo! 🙂
E’ solo un piacere poter parlare di queste cose con toni pacati e rispettosi! 🙂