I Cattolici affermano:
Gesù e i suoi apostoli citarono i deuterocanonici (gli Apocrifi) nel Nuovo Testamento, contrariamente a quanto voi e gli altri sostengono. E questa è una prova che siano ispirati e devono far parte del canone biblico.
É vero che ci sono molti riferimenti nel Nuovo Testamento agli apocrifi? E se ci sono riferimenti, vuol dire che gli autori hanno considerato questi scritti come Scrittura?
Non proprio.
1. Molti dei riferimenti che intendono i cattolici sono così vaghi che potrebbero essere sia un riferimento ad altre opere, oppure la somiglianza dovuta ad una coincidenza. Essi non possono nemmeno essere chiamati riferimenti ma più che altro somiglianze del testo. Ecco perché l’apologeta cattolico dice spesso che uno è “simile all’altro”. Anche se paragoniamo la Bibbia con il giornale della domenica troveremo molte similitudini!
Per esempio, ci viene detto che Matteo 13:43 si trova in Sapienza 03:07 (un apocrifo).
Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi [per udire] oda. (Matteo 13:43)
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e là. (Sapienza 3:7)
Quindi dovremmo pensare che il collegamento tra loro sia molto chiaro?
Entrambi parlno di splendente, ma si può davvero dire che Gesù stia citando Sapienza? Difficilmente! Lo stesso Gesù potrebbe far riferimento al libro di Daniele, che dice:
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno. (Daniele 12:3).
O forse Gesù non si riferisce a nessuno dei due.
Dopo tutto Gesù ha detto: “Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro” (Matteo 13:43). La Sapienza parla, invece “scintille”, Gesù sta parlando di una luminosità come quella del sole! Non abbiamo idea di quanti riferimenti tra un libro e l’altro possiamo trovare se ragioniamo a questo modo e attribuiamo la citazione in maniera non così superficiale; si potrebbero trovare riferimenti anche tra la Bibbia e un libro fantascientifico dei nostri tempi!
2. Ci sono alcuni esempi che non sono certamente riferimenti agli apocrifi. Luca 2:37 si suppone sia trovato in Giuditta 8:4-6.
Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. (Luca 2:37)
Giuditta era rimasta nella sua casa in stato di vedovanza ed erano passati già tre anni e quattro mesi. Si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti delle vedove.
Da quando era vedova digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele. (Giuditta 8:4-6)
Come si può parlare di riferimento mettendo in paragone questi due versetti sopra? Luca parla di una profetessa, Anna, che visse molti anni dopo Giuditta, la prima non ha mai lasciato il tempio mentre la seconda era una vedova in casa sua.
3. Ci sono alcuni esempi che possono invece sembrare realmente riferimenti agli apocrifi, il più chiaro sembra essere Ebrei 11:35-38 (rispetto ai 2 Maccabei 6:18;7:41) a proposito delle torture subite per fede.
Ci furono donne che riebbero per risurrezione i loro morti; altri furono torturati perché non accettarono la loro liberazione, per ottenere una risurrezione migliore; altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati (di loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra. (Ebrei 11:35-38)
Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell’aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina. (2Maccabei 6:18)
Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte. (2Maccabei 7:41)
Eppure questi non sono riferimenti ma semplici allusioni. L’incidente registrato nel libro dei Maccabei poteva essere nella mente dell’autore di Ebrei, ma poi, incidenti simili sono registrati negli scritti dello storico ebreo Giuseppe. É difficile essere certi di che cosa aveva in mente. Tuttavia, anche se questo è un riferimento agli apocrifi, in nessun modo l’autore di Ebrei sta dando autorità divina al Maccabei (o Flavio Giuseppe, se è per questo). Probabilmente non la sta nemmeno citando, ma si sta riferendo ad un altro avvenimento.
Gli autori del Nuovo Testamento fanno ricorso anche ad altre opere al di fuori delle Sacre Scritture. Ad esempio, l’apostolo Paolo cita poeti e scrittori pagani (1 Corinzi 15:33; At 17,28); cita Giuda dai libri ebraici apocrifi di Enoch e l’Assunzione di Mosè. Ovviamente un autore può citare qualcosa da un lavoro o opera, senza tuttavia attribuire autorità divina a quel lavoro. Così come nessuno considera come ispirati i poeti greci o l’Assunzione di Mosè, lo stesso vale per qualsiasi riferimento agli apocrifi. In un sermone, il predicatore può citare Shakespeare o Socrate o chiunque altro, purché la dichiarazione particolare si adatti allo scopo, e tuttavia non implica che tutto ciò che Shakespeare o Socrate abbia mai scritto sia la verità del Vangelo!
4. In contrasto con i possibili riferimenti agli Apocrifi, i riferimenti ai libri dell’Antico Testamento sono invece chiarissimi, e soprattutto danno a quei libri autorità divina. Per esempio in Giovanni 10:34,35 il Signore Gesù cita il Salmo 82:6, e subito commenta che la Scritture non può essere annullata.
Gesù rispose loro: «Non sta scritto nella vostra legge: “Io ho detto: voi siete dèi?” Se chiama dèi coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata) (Giovanni 10:34-35)
Rif. a:
Io ho detto: “Voi siete dèi, siete figli dell’Altissimo”. (Salmi 82:6)
Per l’apostolo Paolo, la Scrittura (nei libri dell’Antico Testamento) è stata il terreno sicuro per il suo insegnamento dottrinale. Così il Nuovo Testamento testimonia l’autorità divina del Vecchio Testamento. È significativo che non ci siano questi ricorsi per gli apocrifi ad implicare l’ispirazione divina di questi libri.
Come vengono citate le Scritture da Gesù?
L’esempio di come Gesù citava le Scritture è vantaggioso per lo studio di una parte specifica del Nuovo Testamento, per esempio Marco capitolo 12. Si noti in primo luogo, che Gesù è citato dai libri del Vecchio Testamento – Esodo, Levitico, Deuteronomio e dei Salmi – e che non ci sono citazioni simili negli apocrifi. Inoltre, non sono quel genere di allusioni vaghe, ma chiare citazioni (quasi parola per parola). E, infine, è chiaro che Gesù sta alla base delle citazioni del Vecchio Testamento, poiché ritiene (così come il suo pubblico di ebrei) che hanno l’autorità della Parola di Dio. Egli usa le profezie per spiegare perché gli ebrei lo avevano respinto, usa le citazioni al Vecchio testamento per spiegare l’importante dottrina della sua risurrezione e i più grandi comandamenti, e per dimostrare che Egli non è un semplice uomo (che è Signore di David, non solo il figlio di Davide, e quindi divino). Ovviamente, le sue argomentazioni non avrebbero avuto alcun peso se lui e gli ebrei non avessero creduto alle Scritture che stava citando e se non fossero state parte del canone.
In breve, gli apocrifi possono anche essere citati qua e là (o meglio, possiamo trovare allusioni, ma mai vere citazioni) ma gli autori neotestamentari non li citarono mai come Scrittura riferendosi a qualche insegnamento dottrinale come accade per gli altri libri del canone. Anche se la versione greca dei Settanta (in Grecia) li teneva in considerazioni al loro tempo, Gesù e gli apostoli li ignorarono completamente! Le citazioni e i riferimenti al Vecchio Testamento, fatte da Gesù e dagli scrittori del Nuovo Testamento, forniscono una forte evidenza a favore del canone ebraico (come della Bibbia protestante), considerando che la mancanza di citazioni simili agli apocrifi argomenta contro la canonicità di questi libri.
Se ci mettiamo poi anche il fatto che gli altri manoscritti antichi non li contenevano (vedi Peshitta) e che i primi Padri della Chiesa li rifiutarono, e che furono ufficializzati dalla Chiesa Cattolica soltanto con il Concilio di Trento del 1545-1563, in risposta alla Riforma Protestante, un motivo deve pur esserci.
Altra obiezione:
Il Nuovo Testamento non cita mai neppure Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste eppure li considerate ispirati.
Certo, ma questi libri sono palesemente ispirati in quanto non contengono errori storici e non contengono contraddizioni con il resto delle dottrine delle Sacre Scritture, quindi non c’è motivo per credere che non siano ispirati.
Altra obiezione:
Tra i manoscritti di Qumran (1947) sono stati ritrovati numerosi e consistenti frammenti deuterocanonici in lingua ebraica ed aramaica.
Tra i manoscritti di Qumran, i rotoli contenuti nelle giare illese, furono ritrovati anche documenti e frammenti di altri scritti che non hanno nulla a che fare con la Scrittura.
In conclusione, gli apocrifi sono certamente parte della letteratura antica come tanti altri libri, ma non sono certamente ispirati da Dio e non fanno parte del canone.