Den kristnas ensamhet finner sitt ursprung i faktumet att vandra med Gud i en ond och otroende värld. Den kristne känner sig vanligtvis ensam och marginaliserad i en värld som han inte tillhör. Varför händer allt detta? Perché la persona che ha accettato di vivere una vita cristiana si trova a camminare con Dio invece che con il mondo.
«Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. Giovanni 15:18-19
La persona che ha sperimentato la presenza divina nella sua vita, l’esperienza interiore o che ha avuto la chiamata interiore, non troverà molti che lo capiranno, anzi troverà molti che lo prenderanno per pazzo. Egli trova soltanto alcuni che lo capiranno, ossia altri cristiani född på nytt. Così il cristiano resta solitamente in silenzio e preoccupato in mezzo a questo mondo di increduli e moralmente corrotto. Per questo motivo viene considerato diverso dagli altri, konstig, sorpassato, in questa società moderna e materialista. E proprio questa solitudine che lo tiene vicino a Dio, l’unico che può consolarlo e renderlo felice. Questa impossibilità di trovare compagni umani lo portano a cercare Dio e a rimanere con Lui.
Quante volte ci capita di essere incompresi persino dai nostri amici, genitori e parenti? Questo è del tutto normale, e la croce che Gesù ci dice di portare. Dobbiamo portare il messaggio del Vangelo al mondo, dobbiamo continuare nonostante le incomprensioni che incontriamo strada facendo, nonostante le “prese in giro”. Dobbiamo altresì avere molta pazienza. Non dobbiamo essere tristi, non dobbiamo abbatterci: questo è un segno, una prova del nostro essere veri cristiani. Verkligen, il vero cristiano non è colui che si professa tale con la bocca, e poi non prega, non conduce una vita cristiana, non parla mai di Gesù, il vero cristiano è colui che ha fede nel cuore, conosce la Parola di Dio e cammina con Dio invece che con il mondo.
Questo è il messaggio di Gesù per noi:
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Matteo 10:32-39
Che vuol dire qui Gesù? Di certo non sta dicendo di non onorare il padre e la madre, come da comandamento di Dio, bensì di mettere al primo posto sempre Dio e la fede, anche quando le famiglie non approvano. Nulla dovrà mai separarci da Dio, anche se dobbiamo continuare a voler bene ai genitori e al prossimo che non approva la nostra fede.
Portare la croce ha, Självklart, un significato figurato e non è da prendersi alla lettera come si fa in ambito cattolico. Portare la croce non è soffrire fisicamente, fare digiuni, auto infliggersi ferite, come venne fatto a Cristo. Gesù stava parlando di un male più profondo e interiore, quello psicologico che ci porta alla solitudine. Per sopportare questa solitudine Dio ci dice di pregare e di ricercare costantemente la comunione con altri cristiani.
Ma non dobbiamo essere tristi perché incompresi, dobbiamo rallegrarci perché quello che ne guadagneremo è il regno dei cieli.
Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio. 1Korinthierbrevet 1:18